Le normative europee dicono “Stop” alle vecchie caldaie

Da pochi giorni, esattamente dal 26 settembre 2015, sono entrate in vigore le nuove direttive da parte dell’UE che hanno lo scopo di raggiungere gli obbiettivi del “Piano 20-20-20” e potrebbero aprire nuovi orizzonti per chi si occupa, o ha intenzione di acquistare, stufe a pellet idro o caldaie a pellet.

Questa tranche di adeguamenti, infatti, dovrebbe riuscire a ridurre del 20% le emissioni di CO2, aumentare del 20% l’efficienza energetive e incrementare del 20% l’uso di energie rinnovabili nel campo della produzione di acqua calda sanitaria. Coinvolge quindi tutti i campi legati ad essa come quello delle caldaie, dei boiler e delle pompe di calore e, in casi più complessi, la consulenza per la costruzione di un impianto di riscaldamento nella sua interezza.

Cosa dicono queste nuove norme sull’efficienza energetica?

La prima norma, detta anche Ecodesign, è la Energy Related Products e fissa dei limiti più alti per quanto riguarda l’efficienza energetica degli apparecchi; la seconda norma, la Energy labeling directive, impone l’obbligo di etichettare tutti i prodotti con una scala che va da A+++ a G

Se da una parte è palese l’obbiettivo di aumentare il rispetto per l’ambiente, dall’altra si vuole rendere i consumatori più consapevoli di ciò che stanno acquistando. Se su molti elettrodomestici siamo abituati da tempo a vedere l’etichetta dell’efficienza energetica, sugli impianti è una novità assoluta ed è l’aspetto più utile della norma.

Per adeguarsi, tutti i produttori degli apparecchi coinvolti dovranno rispettare i nuovi limiti; i distributori dovranno esporre SEMPRE l’etichetta, e gli installatori dovranno attribuire una classe energetica agli impianti realizzati (anche nel caso dell’uso combinato di più tecnologie di classi diverse).

Fin che non si esauriranno le scorte, quindi, le vecchie caldaie rimarranno normalmente in commercio e chi ne possiede una, per quanto vecchia ed obsoleta sia, può continuare tranquillamente ad utilizzarla.

Per incentivare i cittadini ad adottare le nuove soluzioni, molto più efficienti, ci sono dei grandi vantaggi in termini di minori costi ricorrenti (grazie all’efficienza maggiore) ed una serie di incentivi statali che promettono di ammortizzare l’investimento nell’arco di 3-4 anni.

Le nuove caldaie a condensazione, infatti, hanno dei consumi (a parità di calorie prodotte) di circa il 30% minori rispetto alle caldaie obsolete.

Per quanto riguarda gli incentivi, chi acquista una nuova caldaia può godere di un vantaggio del 65% su Irpef e Ires in caso di intevento di efficientamento energetico e del 50% sull’Irpef in caso di ristrutturazione. Gli incentivi dovrebbero scadere il 31 dicembre 2015 ma si sta discutendo di una eventuale proroga.

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